Libri – Le Nebbie di Avalon
NOTA: L’articolo si riferisce al libro in lingua originale, The Mists of Avalon, Penguin Books 1993, e alla versione audiolibro letto da Davina Porter, Recorded Books, 2011.
Parla Morgana… Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina. Ora, in verità, sono una maga e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute. Ma credo che saranno i cristiani a narrare l'ultima storia. Il mondo della Magia si allontana sempre di più dal mondo dove regna il Cristo. Non ho nulla contro di lui, ma solo contro i suoi preti che negano il potere della Grande Dea oppure l'avvolgono nella veste azzurra della Signora di Nazareth e affermano che era vergine. Ma che cosa può sapere una vergine delle sofferenze dell'umanità?
Le nebbie di Avalon è uno di quei libri che richiede tempo al lettore (un migliaio di pagine, un linguaggio arcaico e affascinante e una trama complessa) ma che, quando si è giunti alla fine, lascia un senso di nostalgia, quasi di perdita, poiché i dettagli e la sapienza narrativa trascinano dentro la storia cosicché si finisce col viverla come un sogno in cui anche il nostro personaggio è parte attiva.
In genere viene definito come un romanzo fantasy, ma in realtà è in buona parte un romanzo storico e spirituale. L’autrice ha speso moltissimo tempo a fare ricerche e in diversi punti, specialmente quelli più spirituali, se si legge con il cuore anziché solo con la mente si può percepire chiaramente che Marion Zimmer Bradley ha avuto delle profonde intuizioni, come se avesse davvero potuto guardare personalmente nel passato.
Il libro – che racconta la leggenda arturiana dal punto di vista delle donne che circondarono il più famoso Re del mondo – fu trasposto per la televisione nel 2001 e, sebbene sia nata una produzione gradevole, troppe cose sono state modificate o rimosse, sminuendone così la profondità.
La protagonista principale è Morgana, la sacerdotessa di Avalon sorellastra di Artù e destinata a succedere Viviane, Signora di Avalon e Dama del Lago. Attraverso di lei viviamo il passaggio finale dall’era matriarcale a quella patriarcale, da una religione fondata sulla Dea Madre a quella cristiana. Ma, come insegnano i Druidi e la stessa Viviane: «Tutti gli Dei sono un solo Dio […] e tutte le Dee sono una sola Dea. C’è un solo Iniziatore. E ogni uomo ha la sua verità, e in essa c’è Dio.»
Viviane è anche la madre del nobile e famoso cavaliere Lancillotto, che conquista i cuori di tutte le donne e di Ginevra, la sposa di Artù, Grande Re e amico di Lancillotto.
Morgana in quest’opera è totalmente diversa da come viene solitamente raffigurata in altri libri e film arturiani. È una donna saggia e profonda, di bellezza mediocre ma di grande fascino e cultura. È una sacerdotessa devota alla Dea, ma anche, al principio, una giovane donna che si sente tradita, cui viene chiesto un sacrificio che non è ancora pronta a comprendere. Si renderà conto troppo tardi che alcune sue scelte hanno contribuito alla fine di Avalon e cercherà di rimediare, ma sarà troppo tardi.
Viviane è la Signora dell’Isola di Avalon ed è venerata da chi è devoto alla Dea e, dagli altri, è molto rispettata, come lo è Taliesin, ovvero Merlino, grande saggio di rara purezza e profondità. Viviane amerà Morgana come una figlia ma verrà da lei disprezzata e abbandonata dopo il grande sacrificio cui la giovane verrà sottoposta nel nome della Dea e di Avalon. Nel film, Viviane viene uccisa da Morgause, ma nel libro le cose vanno in modo diverso e la morte di Viviane è ancora più simbolica della fine di un’era e di una religione (non aggiungo altro per guastare la sorpresa a chi non lo avesse ancora letto).
Igraine, donna di grande bellezza e sensibilità nonché madre di Morgana e Artù, è un personaggio fondamentale all’inizio del libro (formatasi ad Avalon, il suo destino è dare alla luce il più grande Re di tutti i tempi), ma che gradualmente perde rilevanza. Ogni personaggio infatti ha un suo ruolo nel piano divino, e una volta compiuto il proprio compito, tocca alla generazione successiva.
La sorella minore di Igraine, Morgause, avrebbe voluto formarsi ad Avalon ma non le viene permesso in quanto è puramente interessata al potere e al guadagno personale e particolarmente incline all’oscurità, all’Ombra, e non degna quindi di servire la Dea. Tuttavia, Morgause è uno dei personaggi più autentici dell’opera, non vi è in lei infatti ipocrisia e si mostra per quella che è.
Tra tutte le protagoniste femminili quella più sgradevole, in questa rappresentazione, è forse Ginevra. Dapprima ragazzina ingenua, timorata di Dio e ignorante, crescendo non perde la sua chiusura mentale e spirituale. Dietro al suo (apparente) pudore e al suo bigottismo si nascondono infatti un’ignoranza radicata (nonostante sia circondata da personaggi di grande saggezza e da cui potrebbe imparare molto, si chiude e si lamenta, ripetendo a pappagallo i dogmi che le sono stati inculcati da preti e vescovi che imputano alle donne le cause di tutti i mali), una grande ipocrisia e un ancor più sottile arte manipolatoria che contribuirà al tradimento perpetrato da Artù ai danni di Avalon. Quando Artù è con Ginevra infatti, sembra quasi stregato, cede a ogni sua richiesta e non vi è nulla in lui del fermo e determinato Re, amato da tutti i sudditi e rispettato dai nemici. Questa è una delle (rare) debolezze del libro, che sembra troppo focalizzato sulla celebrazione del femminino e delle donne fino a sminuire o ridurre i personaggi maschili, a parte qualche sporadica eccezione (Taliesin-Merlino sembra l’unico uomo egualmente amato e apprezzato da tutte le “fazioni”).
Vi sono poi anche Raven, Niniane e Nimue, sacerdotesse di Avalon, ciascuna con un ruolo fondamentale nel grande schema delle cose; c’è Elaine, moglie di Lancillotto e cugina di Ginevra e diversi altri personaggi più o meno rilevanti. Ognuno ha, in qualche modo e a diversi gradi, un significato simbolico, come Kevin, il successore di Taliesin, il cui aspetto fisico spiacevole (dovuto a un incidente in giovinezza) rappresenta anche la corruzione e il tradimento della Dea, di Avalon.
Si potrebbe scrivere un’enciclopedia su questo romanzo e suoi significati e simbolismi, che ogni lettore può trovare ed elaborare a seconda del proprio sentire, ma senza dubbio è un libro che resterà nella storia, specialmente per tutti coloro che amano la leggenda arturiana.
Per chi conosce l’inglese o vuole cimentarsi con la versione originale, consiglio vivamente l’audiolibro letto da Davina Porter indicato nella nota a inizio articolo.
E poi le riaffiorò alla mente un ricordo di Avalon, un episodio a cui non pensava da anni. Uno dei Druidi che insegnava la sapienza segreta alle giovani sacerdotesse aveva detto: «Se volete vivere secondo il volere degli Dei, cercate ciò che si ripete in eterno, perché questo è il loro messaggio, la lezione karmica che dovete imparare in questa reincarnazione. Cercate ciò che continua a ripetersi finché non diventa parte integrante della vostra anima e del vostro spirito immortale».