Libri – La Sacerdotessa del Mare

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La Sacerdotessa del Mare è un romanzo esoterico scritto dalla teosofa Dion Fortune (1890-1946) e fu pubblicato per la prima volta nel 1938.

Narra la storia di un ricco scapolo gallese, Wilfred Maxwell, che dopo la morte del padre assume la responsabilità degli affari di famiglia. A un certo punto comincia ad avere forti attacchi di asma (di cui non c’è da stupirsi, visto il modo in cui madre e sorella lo soffocano) che lo obbligano a stare a letto per giorni e notti. Proprio una di queste notti inizia a instaurare un legame con la luna e la sua energia, tanto da sognare una sacerdotessa del mare, proveniente da Atlantide.

Questa donna a breve si materializzerà nella sua vita, divenendo in un certo senso la sua maestra spirituale, ed entrambi ripercorreranno gli antichi Misteri e ricorderanno il legame che avevano in una vita passata molto significativa.

Il romanzo è incentrato sulla connessione tra la luna e il mare, e sullo scopo di riportare sulla terra il femminino sacro, cosa che però può accadere solo con la collaborazione tra uomo e donna (non un uomo e una donna qualunque, ovviamente), tra maschile e femminile.

Scritto in modo sublime e poetico, come solo la Fortune sapeva fare, questo romanzo ci dà informazioni preziosissime anche dal punto di vista magico.

La Fortune infatti fu cacciata dall’Ordine della Golden Dawn con l’accusa di aver divulgato nelle sue opere insegnamenti che dovevano restare segreti. Questo è specialmente vero per quanto riguarda i suoi romanzi, poiché la finzione narrativa le dava più libertà di condividere insegnamenti e rituali di magia.

In una delle sue prefazioni a questo romanzo spiegò che mentre il suo saggio La Cabala Mistica fornisce la teoria, i suoi romanzi danno invece la pratica, e dunque leggendo il primo con il supporto dei secondi, lo studioso avrà in mano «i segreti del Tempio».

Ecco alcune citazioni dal libro, tra cui la mia preferita, che Marion Zimmer Bradley riprende in parte in Le Nebbie di Avalon:

«Non conosci il mistero secondo cui tutti gli dèi sono un unico dio e tutte le dee un’unica dea ed esiste un iniziatore?»

<3

«Mi insegnò che non esiste che un sacerdozio al servizio dell’Uno, dal quale la vita ha origine e a cui tutto ritorna. Nessun uomo ha mai conosciuto l’Uno non-manifesto, né mai lo conoscerà. Dalle Sue opere sappiamo che esiste e che è alla base della Natura stessa. Gli uomini primitivi personificavano i Suoi poteri e li chiamavano dèi, l’uomo moderno li personifica e li chiama energie e fattori. Entrambe le interpretazioni sono vere, ma nessuna rappresenta l’intera verità, perché gli dèi sono energie e le energie sono intelligenti e attive in quanto espressioni della natura dell’Uno.»

[...]

Mi raccontò che ogni uomo, in virtù della sua natura maschile, ha dentro di sé la vocazione al sacerdozio, mentre ogni donna, in virtù della sua natura femminile, ha dentro di sé la vocazione di sacerdotessa. La sorgente della vita ha creato i mondi dividendo la sua Unità non-manifesta nella Dualità manifesta e noi, che siamo stati creati, manifestiamo nella nostra essenza la Realtà non creata. Ogni anima vivente affonda le sue radici nel non-manifesto da cui trae la vita; quando poi vi fa ritorno la sua vita raggiunge vette impensabili.

Poiché, però, noi siamo esseri limitati e imperfetti, non siamo in grado di comprendere l’Infinito ed essendo imprigionati sul piano della forma non possiamo che concepirlo come lo concepiscono le menti abituate a tale dimensione.

<3

[I sacerdoti vestiti di bianco] glorificavano il mare come il primo elemento creato, più antico persino delle colline, e padre di tutti gli esseri viventi. Il coro ripeteva al mare che la luna è dispensatrice della vita magnetica e che è grazie alla luce della luna irradiata nel mare che si crearono le forme viventi. Il mare è informe, ma il magnetismo della luna dà forma alla vita delle acque.

<3

«Creare una figura magica di se stessi è una forma di autosuggestione», affermò, «che inizia e termina soggettivamente. Se invece uniamo le nostre forze, e voi mi visualizzate come mi immagino io, allora iniziano a succedere cose. La vostra suggestione rinforza la mia autosuggestione e si creano dei canali di energie che iniziano a prendere corpo nell’etere astrale».

[...]

«Fu a causa delle visualizzazioni magiche che Atlantide fu inghiottita dagli abissi?»

«Fu a causa dell’abuso di questo potere.»

Continuò spiegandomi che le incarnazioni magiche erano originariamente la prerogativa dei sacerdoti. Questi, essendo totalmente consacrati agli dèi e liberi da qualunque vincolo o desiderio, non furono mai tentati di utilizzare la loro sapienza per motivi egoistici. Alcuni giovani sacerdoti abusarono degli insegnamenti che avevano ricevuto, facendo infuriare gli dèi che alla fine sommersero Atlantide.

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