Libri – La Sacerdotessa di Avalon

Sacerdotessa di Avalon con logo

Di Elena, la madre dell’imperatore Costantino I, il primo imperatore romano cristiano, si sa poco e quel poco è confuso. Per alcuni era la figlia di un oste, secondo altre leggende era la figlia di un re britanno, ciò che è certo è che fu la compagna fedele (in veste di moglie o concubina) dell’imperatore Costanzo Cloro e madre di colui che divenne Costantino il Grande.

Sono proprio le leggende britanne che hanno ispirato Marion Zimmer Bradley e Diana L. Paxson (che ha completato alcune opere della Bradley dopo la sua morte) a scrivere questo libro, in cui Elena diventa la giovane Eilan, figlia di un principe britanno e di una sacerdotessa di Avalon, luogo in cui viene formata. Dopo aver ricevuto una visione però, Elena decide di seguire il giovane Costantius (Costanzo Cloro) e di dare alla luce “il figlio della profezia”.

Molte prove e molti cambiamenti dovrà affrontare Elena, la cui anima rimarrà sempre legata ad Avalon.

Questo romanzo, pur essendo l’ultimo pubblicato del Ciclo di Avalon, precede cronologicamente gli eventi di Le Nebbie di Avalon.

La magia e l’autenticità che si respira in queste opere, in particolare per tutto ciò che riguarda la vita come sacerdotesse di Avalon, sono ineguagliabili, e chi sente nel cuore la chiamata verso l’isola delle mele non può non riCORdare…

Ottima la nuova traduzione di Flavio Santi (edizione Harper Collins Italia).

Vi lascio con alcune citazioni che mi hanno particolarmente colpita:

"Le nostre tradizioni più antiche insegnano che tutti gli Dei sono un unico Dio, che tutte le Dee sono un’unica Dea e che esiste un unico Principio generatore. […] Nel luogo in cui tutti gli Dei sono un solo Dio, la luce pura del cielo contiene tutti i colori. Ma se questa luce pura attraversa un vetro, ecco che appare un colore, e un altro ne appare con il vetro successivo. Soltanto dove i vetri si sovrappongono vediamo un terzo colore che contiene i primi due. Lo stesso avviene in questo mondo, in cui gli Dei mostrano una moltitudine di volti agli uomini. All’occhio inesperto tutti questi colori possono sembrare identici, ma spesso la visione dipende da come si è stati educati a vedere…"

***

"Seguì un anno di silenzio durante il quale fui costretta a scrutare in me stessa in un modo che i mille impegni dell’addestramento non mi avevano mai permesso. Quella – ne sono sicurissima – fu la mia vera iniziazione, perché gli avversari più pericolosi non sono quelli fuori di noi, che possono essere affrontati e sconfitti, bensì quelli dentro di noi, molto più insidiosi. Anche sul giuramento che pose fine a quell’anno ho l’obbligo del silenzio: posso soltanto dire che, come Ganeda aveva promesso, fu un vero e proprio sacrificio – nel significato originale di rendere sacro. Tuttavia, pur essendomi offerta alla Dea perché si servisse di me secondo il suo volere, non compresi, allora, l’avvertimento secondo il quale, una volta accettata la sottomissione, era impossibile prevedere o modificare la volontà divina. Comunque giurai, accolsi il Mistero del Calderone e, infine, mi tatuarono sulla fronte la mezzaluna azzurra delle sacerdotesse."

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"Proprio mentre ripensavo alle camere mortuarie, il ricordo mi riportò alla mente le altre caverne che avevo visitato e allora tutt’e tre mi apparvero come grembi della terra. Nella prima, a Bethlehem, Cristo era entrato nel mondo dei mortali; la seconda, sul Monte degli Ulivi, segnava la nascita della saggezza, e dalla terza, sul Golgota, era asceso all’immortalità. I suoi seguaci negavano la Dea, ma Lei era lì, sotto le spoglie di Maria – Vergine, Madre e Vecchia sofferente – e nei recessi femminili della terra stessa, la quale accoglie i morti nel suo abbraccio in modo che, a primavera, possa nascere la nuova vita."

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